Il
  cervello
  elabora
  milioni
  di
  dati
  al
  secondo
  in
  arrivo
  ed
  in
  partenza
  dai
  cinque
  sensi,
  li
  intreccia
  tra
  di
  loro,
  li
  suddivide
  tra
  utili
  e 
  non,
  cerca
  analogie
  con
  dati
  ricevuti
  in
  passato,
  quindi
  decidere
  se
  «scappare
  o
  attaccare»,
  fino
  a
  sequestrare
  il
  cervello
  (
  la 
  parte
  conscia)
  per
  salvarci
  agendo
  con
  automatismi
  anche
  memorizzati
  nel
  nostro
  DNA.
  Se
  la
  situazione
  non
  è
  di
  pericolo
  grave, 
  ma
  solo
  confusa,
  continua
  ad
  elaborare
  dati
  per
  avere
  più
  chiaro
  il
  da
  farsi,
  la
  situazione
  è
  paradossale,
  un
  certo
  livello
  mentale 
  ci
  dice
  di
  aspettare,
  un
  altra
  parte
  entra
  in
  conflitto
  con
  la
  prima
  che
  insiste
  sullo
  scappare
  ed
  e
  proprio
  qui
  che
  lo
  stress
  si
  fa 
  sentire
  anche
  pesantemente,
  ansia,
  confusione,
  non
  voglia
  di
  fare
  od
  impossibilità
  di
  fare
  a
  causa
  di
  crampi
  o
  veri
  e
  propri 
  blocchi mentali.
  Non
  vi
  è
  mai
  capitato
  di
  essere
  li
  con
  l’arco
  in
  tensione,
  magari
  in
  ancoraggio
  e
  non
  riuscire
  a
  sganciare
  la
  freccia?
  non
  riuscire 
  ad
  uscire
  dal
  clicker
  posizionato
  con
  cura
  la
  sera
  prima?
  essere
  li
  sulla
  targa
  e
  non
  riuscire
  ad
  entrare
  nel
  giallo?
  essere
  sotto
  il 
  giallo e non riuscire a salire nel 10? Questi sono stati di stress che porta alla confusione della sequenza di tiro.
  Ci
  è
  ormai
  chiaro
  che
  la
  mente
  trascina
  il
  nostro
  corpo
  di
  muscoli
  ed
  ossa,
  l’abbinamento
  mente/corpo
  è
  basilare
  per
  compiere 
  qualsiasi azione, anche quella del tirare con l’arco.
  Nella
  «sequenza
  di
  tiro»
  ideale
  o
  meno,
  ci
  sono
  le
  nostre
  azioni
  coordinate
  da
  svolgere
  in
  circa
  15
  secondi,
  i
  giovani
  direbbero 
  «tanta
  roba»
  il
  procedere
  di
  queste
  azioni,
  deve
  essere
  chiarissimo
  e
  tanto
  inserito
  nella
  parte
  «non
  conscia»
  ed
  automatizzata 
  della nostra mente da rendere il tiro fluido, appagante e gratificante.
  Capita
  molto
  spesso
  
  che
  la
  «sequenza»
  si
  blocchi
  e
  risulti
  confusa
  nel
  procedere
  e
  nei
  suoi
  tempi
  di
  esecuzione,
  ed
  ecco
  che 
  alcuni esercizi mirati possono «addestrare la mente» a riconoscere delle fasi confuse e trasformarle in semplice routine.
  Ritengo che esistano tre fasi dell’allenamento mente/corpo.
  Coordinazione motoria:
  •
  
  Coordinazione
  mano
  occhio,
  gli
  organi
  sensoriali
  della
  vista
  hanno
  un
  ruolo
  determinante
  nel
  fornirci
  le
  coordinate
  spaziali 
  dei nostri movimenti e sono loro che danno un consenso positivo per rilasciare la freccia.
  •
  
  Coordinazione
  generale,
  dobbiamo
  essere
  coscienti
  di
  dove
  si
  trova
  il
  nostro
  corpo
  nello
  spazio.
  Esempio,
  se
  il
  gomito
  del 
  braccio
  dell’arco
  è
  alto
  o
  troppo
  basso,
  se
  il
  bacino,
  i
  piedi
  e
  le
  spalle
  sono
  poste
  in
  modo
  corretto,
  se
  la
  testa
  è
  troppo 
  alta con l’impossibilità di toccare la corda con i naso …..
  •
  
  L’attivazione di tutti i canali di trasmissione dei sensori motori è essenziale.
    
 
 
 
  Coordinazione e rilevazione fine, dei dati:
  La
  nostra
  mente
  deve
  reagire,
  perchè
  allenata,
  agli
  stimoli
  in
  modo
  volontario,
  cosciente
  e
  stabilito,
  i
  dati
  devono
  essere
  selezionati
  e
  modulati,
  l’arciere
  deve 
  sentire quello che accade per correggerlo se occorre, fino a realizzare una Sequenza di tiro precisa nelle azioni e nel tempo di svolgimento di ogni singola fase. 
  Ho individuato 4 fasi:
  quando
  scrivo
  cosciente,
  semi
  cosciente
  o
  automatica
  mi
  riferisco
  solo
  al
  controllo
  della
  gestualità
  grezza
  o
  fine
  che
  è
  necessaria
  al
  tiro
  con
  l’arco,
  non
  certo
  ad 
  uno
  stato
  di
  trans
  generale
  innescato
  da
  strane
  cose
  o
  sostanze,
  puntualizzo
  solo
  come
  è
  possibile
  che
  il
  tiro
  sia
  automatizzato
  perchè
  ripetuto
  migliaia
  di
  volte
  e 
  percepito dal cervello come una «svolgersi automatico» anche se sempre monitorato. 
  Fase di apprendimento verbale ed ideo-motorio.
  L’esempio
  e
  le
  spiegazioni
  dell’Istruttore,
  forniscono
  informazioni
  utili
  alla
  creazione
  del
  movimento
  richiesto
  da
  parte
  dell’Arciere.
  Il
  cervello
  dell’Arciere
  elabora 
  un
  modello
  ancora
  grezzo
  
  dove
  i
  movimenti
  ed
  il
  loro
  procedere
  nella
  sequenza
  creano
  dubbi
  e
  difficoltà
  sia
  per
  la
  loro
  scansione
  che
  per
  il
  tempo
  necessario
  al 
  compimento degli stessi. 
  Sono frequenti blocchi 
  della gestualità specifica, ci vorrà tempo e pazienza per superare il problema.
  Fase
  cosciente:
  
  …
  abbiamo
  attivato
  i
  sensi
  che
  trasmettono
  segnali
  al
  cervello
  e
  favoriscono
  l’azione
  del
  tiro,
  la
  loro
  elaborazione
  ed
  affinamento
  
  è 
  istantaneo,
  quindi,
  il
  cervello
  re-invia
  i
  segnali
  ricavati
  nei
  collegamenti
  nervosi
  dell’apparato
  muscolo
  scheletrico
  producendo
  il
  movimento
  necessario
  al
  tiro
  della 
  freccia.
  Se
  qualche
  dato
  è
  negativo,
  il
  cervello
  blocca
  il
  processo
  
  ma
  lo
  rende
  confuso
  ed
  
  avverte
  l’arciere
  che
  ha
  rilevato
  delle
  inesattezze
  nel
  ciclo
  di
  tiro
  e 
  lascia
  la
  decisione
  «continuare/rifare»
  all’arciere.
  Il
  tiro
  è
  ancora
  controllato
  volontariamente
  e
  «non
  gira
  in
  automatico».
  Il
  controllo
  del
  tiro
  va
  dal
  punto
  di 
  partenza dell’azione specifica (A) alla sua fine (B) senza le sensazioni intermedie.
  Conseguenza:
  •
  
  allungamento del tempo di tiro
  •
  
  scatti improvvisi dell’Arciere.
  •
  
  frecce non precise sul punto di impatto richiesto.
  •
  
  l’arciere tende a controllare e ricontrollare ogni fase del tiro.
  Fase
  semi
  cosciente
  ,
  grazie
  a
  quanto
  acquisito
  la
  sequenza
  scorre
  liscia
  ma
  è
  frenata
  dai
  controlli
  volontari
  sia
  dal
  punto
  fisico
  che
  mentale,
  l’arciere
  in
  questa 
  fase
  percepisce
  e
  controlla
  ancora
  qualche
  fase
  del
  tiro
  non
  si
  fida
  a
  lasciare
  che
  «tutto
  succeda»
  ma
  dovrà
  impararlo
  velocemente,
  non
  è
  ancora
  rilassato
  e 
  questo
  stress
  è
  insidioso
  ed
  affatica
  l’atleta.
  La
  sequenza
  di
  tiro
  si
  blocca
  ma
  non
  è
  confusa
  
  ma
  solo
  in
  stallo.
  Il
  controllo
  del
  tiro
  va
  dal
  punto
  di
  partenza 
  dell’azione specifica (A) alla sua fine (B) senza il controllo dei dati intermedi.
  Conseguenza:
  •
  
  allungamento del tempo di tiro.
  •
  
  rifiuto del tiro
  •
  
  l’arciere si irrigidisce per l’allungarsi dei tempi di esecuzione.
  Fase
  automatica
  sotto
  controllo
  inconscio
  :
  
  l’arciere
  sa
  solo
  di
  essersi
  alzato
  dalla
  sedia
  e
  di
  essersi
  posizionato
  sulla
  sua
  piazzola
  di
  tiro,
  vede
  un
  centro
  e
  vi 
  sovrappone
  il
  punto
  di
  mira,
  rilascia
  ed
  è
  in
  pace
  con
  il
  mondo.
  Questo
  è
  lo
  stato
  mentale
  
  da
  raggiungere,
  ci
  vogliono
  anni
  di
  pratica
  e
  sacrifici,
  in
  quel 
  momento
  quando
  mente
  e
  corpo
  si
  uniscono
  c’è
  l’essenza
  del
  tiro
  con
  l’arco.
  Il
  controllo
  del
  tiro
  va
  dal
  punto
  di
  partenza
  dell’azione
  specifica
  (A)
  alla
  sua
  fine 
  (B) con tutte le sensazioni intermedie di ritorno e controllo molto fine dello svolgersi dell’azione.
  Conseguenza:
  •
  
  L’arciere è soddisfatto e sorridente.
  •
  
  i punti pesanti arrivano
  •
  
  La moglie dell’arciere è contentissima perchè non dovrà sentire giustificazioni e mugugni.
  •
  
  i Figli giocheranno in pace.
  •
  
  L’allenatore tirerà un sospiro liberatorio.
  •
  
  Il mondo sorride ed il cielo è blu.
  Per
  cercare
  di
  consentire
  agli
  Arcieri
  di
  addestrarsi,
  ho
  pensato
  a
  degli
  esercizi
  specifici.
  Questi
  esercizi
  toccano
  vari
  aspetti
  del
  controllo
  del
  tiro,
  ho
  dovuto 
  metterli nell’area 
  «download»
   perchè ricchi di disegni esplicativi e spiegazioni.
  Buon lavoro, metteteci impegno e costanza in quello che fate, altrimenti il vostro cervello non apprende.
  Sandro
 
 
 
  MENTALE
 
 
  mente, corpo e targa - preparazione mentale
 
 
                                      Fontana Alessandro - Allenatore e Docente incaricato FITARCO